lunedì 10 gennaio 2011

Baruffa tra Vicentini e Veronesi su dove l'acqua deve stare.

L’Arena 9 1 2011

«Ma quale confronto? Nani non vuole tra i piedi chi gli dice come stanno le cose, per questo, per la seconda volta, non mi ha invitata all'incontro. Ma stavolta non starò zitta». Tuona Giovanna Negro contro il presidente del Consorzio Alta pianura veneta. «Sa che il martedì sono a Roma, per questo sceglie questo giorno per incontrare i sindaci. Il peggio è che io, che sono l'unico sindaco all'interno dell'assemblea del Consorzio, non vengo nemmeno invitata». Non è solo questo a far arrabbiare il sindaco di Arcole che è anche deputato della Lega: «Come può dire che il bacino del Chiampo non c'entra col siluramento del direttore generale? Il 4 dicembre, in assemblea, venne rinfacciato all'ingegner Anti, proprio di aver portato avanti, contrariamente alla realtà, quel progetto». Negro è un fiume in piena: «Nani non può dire che fa proposte come qualsiasi cittadino, perché non lo è. E' il presidente di un Consorzio di bonifica e che per di più non conosce il territorio se arriva a proporre un bacino di laminazione vicino alla ferrovia e all'autostrada. Quando si progettano bacini di laminazione non si può pensare che un posto valga l'altro». La soluzione al rischio idraulico, secondo l'on. Negro, è solo uno: «E' il bacino di laminazione del Chiampo, perché il vero problema è la pensilità del fiume. Il progetto è impegnativo, è vero, ma rende sicuro il territorio. L'unica cosa da fare è partire da quello che c'è, cioè il progetto, guardare a quello che è successo il 1° novembre e iniziare a discutere l'eventuale rimodulazione del progetto: l'unica cosa che conta», conclude, «è che i nostri cittadini possano vivere serenamente nelle loro case».P.Dalli.Cani.

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Il Consorzio di bonifica Alta pianura veneta va avanti: il presidente Antonio Nani, come si era impegnato a fare, riconvoca i sindaci per discutere proposte alternative al bacino di laminazione del Chiampo. Ma il confronto, organizzato martedì mattina, in municipio a Montebello, potrebbe veder seduti attorno allo stesso tavolo solo i sindaci di sei comuni vicentini, Nani, i tecnici del Consorzio di bonifica e quelli dell'Autorità di bacino.
«Con il presidente Nani c'era l'impegno a rivederci entro la metà di gennaio per valutare, questa volta con i tecnici, le sue proposte alternative. Ci siamo risentiti», dice Lino Gambaretto, sindaco di Soave, «ma dopo le dichiarazioni degli assessori regionali Conte, Giorgetti e Stival e quelle del vice commissario per l'emergenza Carraro, unanimi nell'intenzione di realizzare quell'opera programmata tredici anni fa e che, forse, avrebbe evitato l'alluvione, ho chiesto tempo. Ero già perplesso rispetto alle proposte di Nani, e soprattutto adesso non capisco che senso abbia ipotizzare alternative».
Gambaretto va sul pratico: «Nani sostiene che ci sarà anche l'Autorità di bacino, che dovrebbe chiarire la questione delle portate dei bacini: il cuore del problema, però, è dove si vogliono fare i bacini. Insomma, perché 130 ettari di vigneto a Monteforte dovrebbero ricevere tutta l'acqua del sistema del Chiampo? Ho incontrato il Genio civile», prosegue Gambaretto, «che, pure, si è detto piuttosto perplesso sulle alternative di Nani. Ora mi aspetto che il commissario Zaia formalizzi la sua volontà», aggiunge Gambaretto, e con lui il collega di Monteforte Tessari, riferendosi all'intervento pro bacino che il governatore del Veneto fece il 30 dicembre in conferenza stampa.
«Anche per questo gli scrissi subito dopo l'alluvione», prosegue, «e mi riservo, nei prossimi giorni, di tornare a sollecitarlo congiuntamente coi colleghi di Monteforte e San Bonifacio. Non servono progetti alternativi: l'ingegner Umberto Anti, che elaborò quel progetto, ha sempre detto che quest'ultimo può essere tranquillamente rivisto dal punto di vista delle portate».
Già, le portate, ma anche i cosiddetti tempi di ritorno, cioè la frequenza nel verificarsi di piene posta in relazione all'entità della piena: sono i criteri idraulici che guidano le progettazioni attorno ai sistemi di messa in sicurezza idraulica. E anche su questo, ora, si gioca la partita: «Martedì spiegheremo che i dati sulle portate sono diversi rispetto a quelli che stavano alla base del progetto Anti: l'Autorità di bacino stima sia necessaria nel vicentino una portata di 2 milioni di metri cubi e non di 4 milioni. Vogliamo dimostrare che quel progetto è devastante per il territorio», spiega il presidente Nani, «e che sono possibili alternative meno impattanti ad un progetto che, lo sottolineo, non è stato la causa dell'allontanamento del direttore generale».
Nani si dice stupito rispetto alla decisione di Lino Gambaretto (Soave), Antonio Casu (San Bonifacio) e Carlo Tessari (Monteforte) di non intervenire martedì: «Vogliamo trovare soluzioni condivise e credo sia doveroso sentire, come avevo promesso, cosa ne pensano i sindaci. Non capisco questa chiusura», considera, «perché siamo a livello di proposte che si possono discutere, approvare o bocciare ma anche avanzare al Comitato tecnico-scientifico su rischio idraulico e geologico nominato da Zaia che, lo ricordo, ha chiesto anche ai Consorzi di bonifica di segnalare gli interventi da fare. Non impongo niente a nessuno se non la volontà di risolvere il problema». E tra gli invitati ci sarà anche Edoardo Pallaro, sindaco di Montecchia di Crosara, comune in cui ricadrebbe uno dei «mini bacini» proposti da Nani.

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