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Isoel Sparse veronese
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Strade allagate, vigili urbani e uomini della Protezione civile all'opera, ieri mattina, nel territorio di cinque dei nove Comuni serviti dal distretto di polizia locale «Media pianura veronese»: Isola Rizza, San Pietro di Morubio, Angiari, Bovolone e Salizzole.
Le abbondanti piogge del week-end hanno costretto gli agenti a transennare alcune arterie invase dalle acque nel comune di Isola Rizza. In particolare è stata chiusa la parte finale di via Corte Casalino, fino all'incrocio con via Casotti, a causa dell'esondazione dello scolo Bracca. La vicina via Casari è stata vietata al transito a causa del livello troppo alto dell'acqua nei fossati, che in più punti ha superato gli argini sommergendo la carreggiata. Allagamenti parziali, con rallentamenti del traffico, sono stati registrati in via Conche, in via Broggio e nella zona del cimitero.
«Per fortuna la situazione è migliore rispetto ad altre volte», evidenzia il sindaco Elisa De Berti, «e la Protezione civile locale sta monitorando l'evolversi del problema». Sempre la pioggia ha costretto la polizia locale a interdire totalmente o parzialmente al traffico, a San Pietro di Morubio: via Onni, via Muri, il collegamento tra Borgo ed Isola Rizza, e alcuni punti della Circonvallazione sud. Ad Angiari le acque hanno invaso un tratto di via Ramedello.
A Bovolone gli allagamenti sono avvenuti in strade periferiche, come via Fabbriche e via Dossi.
Nel vicino comune di Salizzole, invece, la Protezione civile su richiesta del sindaco Mirko Corrà, ha azionato una pompa idrovora per abbassare il livello di uno scolo in periferia, riversando l'acqua in eccesso nel fiume Tregnon. «Una misura precauzionale», puntualizza il primo cittadino, «decisa per scongiurare il rischio di allagamenti nella frazione Bionde, visto che il paese si trova praticamente in una buca».
Disagi, inoltre, sono stati segnalati dalle famiglie di via Valdiscalaro, a tre chilometri e mezzo dal centro. «Da quattro anni», osserva un residente, «ad ogni precipitazione più abbondante del solito la strada sparisce sott'acqua e chi la deve percorrere in auto deve fidarsi dell'istinto.Abbiamo segnalato più volte ai vigili urbani ed al Comune la situazione di pericolo, dovuta alla mancata pulizia dei fossati, ma finora non abbiamo ottenuto alcun risultato». «Abbiamo sollecitato più volte i proprietari degli scoli di via Valdiscalaro a provvedere allo scavo dei corsi di loro pertinenza», assicura il sindaco Corrà, «poiché ad ogni esondazione viene compromesso anche il manto stradale. Basterebbe che i privati ci mettessero la buona volontà: un accordo tra i titolari dei campi consentirebbe la tombinatura degli scoli».
Infine il primo cittadino osserva: «A volte sono proprio le questioni sollevate dai proprietari a vanificare gli sforzi delle amministrazioni. Da tre anni abbiamo a disposizione dalla Regione 640mila euro per la realizzazione di due bacini di raccolta della acque, per evitare che il capoluogo e Bionde si allaghino. Tuttavia, un ricorso presentato nei confronti del Consorzio di Bonifica da uno dei proprietari delle aree su cui dovranno sorgere i serbatoi impedisce l'avvio dei cantieri».
Le abbondanti piogge del week-end hanno costretto gli agenti a transennare alcune arterie invase dalle acque nel comune di Isola Rizza. In particolare è stata chiusa la parte finale di via Corte Casalino, fino all'incrocio con via Casotti, a causa dell'esondazione dello scolo Bracca. La vicina via Casari è stata vietata al transito a causa del livello troppo alto dell'acqua nei fossati, che in più punti ha superato gli argini sommergendo la carreggiata. Allagamenti parziali, con rallentamenti del traffico, sono stati registrati in via Conche, in via Broggio e nella zona del cimitero.
«Per fortuna la situazione è migliore rispetto ad altre volte», evidenzia il sindaco Elisa De Berti, «e la Protezione civile locale sta monitorando l'evolversi del problema». Sempre la pioggia ha costretto la polizia locale a interdire totalmente o parzialmente al traffico, a San Pietro di Morubio: via Onni, via Muri, il collegamento tra Borgo ed Isola Rizza, e alcuni punti della Circonvallazione sud. Ad Angiari le acque hanno invaso un tratto di via Ramedello.
A Bovolone gli allagamenti sono avvenuti in strade periferiche, come via Fabbriche e via Dossi.
Nel vicino comune di Salizzole, invece, la Protezione civile su richiesta del sindaco Mirko Corrà, ha azionato una pompa idrovora per abbassare il livello di uno scolo in periferia, riversando l'acqua in eccesso nel fiume Tregnon. «Una misura precauzionale», puntualizza il primo cittadino, «decisa per scongiurare il rischio di allagamenti nella frazione Bionde, visto che il paese si trova praticamente in una buca».
Disagi, inoltre, sono stati segnalati dalle famiglie di via Valdiscalaro, a tre chilometri e mezzo dal centro. «Da quattro anni», osserva un residente, «ad ogni precipitazione più abbondante del solito la strada sparisce sott'acqua e chi la deve percorrere in auto deve fidarsi dell'istinto.Abbiamo segnalato più volte ai vigili urbani ed al Comune la situazione di pericolo, dovuta alla mancata pulizia dei fossati, ma finora non abbiamo ottenuto alcun risultato». «Abbiamo sollecitato più volte i proprietari degli scoli di via Valdiscalaro a provvedere allo scavo dei corsi di loro pertinenza», assicura il sindaco Corrà, «poiché ad ogni esondazione viene compromesso anche il manto stradale. Basterebbe che i privati ci mettessero la buona volontà: un accordo tra i titolari dei campi consentirebbe la tombinatura degli scoli».
Infine il primo cittadino osserva: «A volte sono proprio le questioni sollevate dai proprietari a vanificare gli sforzi delle amministrazioni. Da tre anni abbiamo a disposizione dalla Regione 640mila euro per la realizzazione di due bacini di raccolta della acque, per evitare che il capoluogo e Bionde si allaghino. Tuttavia, un ricorso presentato nei confronti del Consorzio di Bonifica da uno dei proprietari delle aree su cui dovranno sorgere i serbatoi impedisce l'avvio dei cantieri».
Fabio Tomelleri
Legnago e San Bonifacio sott’acqua. E così anche il territorio Colognese, che sta a circa metà strada, non se la passa bene. Giorni e giorni di pioggia ininterrotta ha messo in allerta tutto il territorio della pianura veronese. Idrovore sono in funzione nei punti critici da Legnago a Villafranca. Sono posizionate dal Consorzio di bonifica i cui tecnici, nonostante cerchino di calmare i toni allarmistici, non possono fare a meno di preoccuparsi. Per ora solo i campi sono finiti allagati, la terra è talmente zuppa di acqua che ormai non drena più. Qualche garage ha riportato una ventina di centimetri di acqua e alcune strade secondarie sono state vietate al transito. Ma a riunire tutte le preghiere dei cittadini è il fiume Fratta, al limite di sopportazione.
La Regione ha ordinato lo stop delle pompe nei canali che riversavano acqua nel corso d’acqua principale. Il Fratta - Gorzone non è più in grado di poterla ricevere, sia nel tratto veronese che in quello padovano. D’altronde il Consorzio di bonifica veronese ha già annunciato che la pioggia incessante sta facendo pericolosamente avvicinare i livelli a quelli disastrosi del 2010. Dalla Bassa fino al Villafranchese e all’Est Veronese. Nell’area di Villafranca il fiume Tione dei Monti è esondato in zona Dossi e preoccupa non poco la quota raggiunta dal Tartaro. Nel triangolo Monteforte d’Alpone-Soave-San Bonifacio intanto non ci si rassegna. Si continua a lavorare, a posizionare sacchi di sabbia, a mettere in salvo gli argini, ad azionare le idrovore. La zona ad est della provincia, che da anni è prostrata da allagamenti e disagi, sta vivendo ancora momenti di tensione. Il terrore di acqua e fango ha tre nomi: Alpone, Tramigna, Chiampo.
SAN BONIFACIO - A San Bonifacio la piena del fiume Chiampo è stata scongiurata ma per ore sono proseguiti ugualmente i monitoraggi. L’area del ponte della Motta, ormai un acclarato punto critico, sembra reggere ancora. Il fiume Alpone è rimasto sui quattro metri e mezzo, un metro e mezzo sotto l’argine. In municipio intanto si è svolta la riunione organizzata dal commissario prefettizio, Igino Olita, con gli esperti della Protezione civile e le Forze dell’ordine. La situazione sarebbe sotto controllo. Disposta comunque, per precauzione, la distribuzione di sacchi di sabbia ai cittadini. I sanbonifacesi si potranno rivolgere al Comune che ha aperto il magazzino di via Tombole. Almeno una cinquantina sono già stati distribuiti lunedì mattina ai residenti delle strade periferiche, dove preoccupa il livello degli scoli e dei fossati. Sotto costante osservazione ci sono infatti le zone di Locara, Palù, Albaron, Masetti. Ad Albaron, come spiega l’Arena, è stato salvato grazie alle motopompe un allevamento di polli.
SOAVE - La zona più critica a Soave rimane San Matteo, che ha subito allagamenti dei campi sportivi. Alcune cantine e seminterrati sono stati riempiti di acqua ma l’allarme, dapprima “rosso” è rientrato. Via San Matteo è stata comunque chiusa al traffico da Castelletto alla Regionale 11, fino alle 16. Non si sono registrati grossi danni, il che è già una buona cosa. In più i livelli di Tramigna e Alpone sarebbero “tranquilli”. In particolare il Tramigna, che aveva fatto passare giornate terribili ai cittadini, non desta più di tanta preoccupazione, essendosi fermato ben al di sotto dei muretti di contenimento. La paura di domenica notte è passata. Il Genio civile aveva deciso di chiudere per due ore la paratia del Tramigna nell’Alpone, in località Villanova. Così facendo, però, il livello del torrente che attraversa il centro storico si è alzato tenendo col fiato sospeso tutti i residenti. Alle prime ore del lunedì, tuttavia, l’Alpone è calato e di conseguenza anche la barriera è stata riaperta, riportando tutto alla normalità. Piccole emergenze, oltre a via San Matteo, anche per il sottopasso della circonvallazione, fino all’autostrada. Anche a Soave, ovviamente, l’intera squadra delle emergenze è al completo: carabinieri, Protezione civile, Genio civile, polizia municipale, dipendenti comunali e residenti volontari. Tutti stanno collaborando per monitorare la situazione.
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