Coordinamento comitati alluvionati.
domenica 15 giugno 2014
AGENZIE ISOLE SPARSE VENEXIA: Una nuova rotatoria anche in Viale 10 giugno a Vic...
AGENZIE ISOLE SPARSE VENEXIA: Una nuova rotatoria anche in Viale 10 giugno a Vic...: A Vicenza in Piazzale Fraccon da un lustro circa c'è una comoda rotatoria costata centinaia di migliaia di Euro (sopra i centomila sott...
lunedì 21 aprile 2014
ALLUVIONATI DANNEGGIATI BEFFATI E INDEBITATI
da
Alluvione 2010, prestiti agevolati per chi deve restituire gli acconti
Una buona notizia per gli alluvionati di Vicenza che devono ancora restituire parte degli acconti percepiti dalla Regione per la calamità del novembre 2010. Veneto Banca ha infatti istituito un plafond per prestiti agevolati che consentiranno di evitare pesanti conseguenze in caso di avvio delle pratiche di riscossione coattiva da parte della Regione. A titolo di acconto e saldo erano stati erogati quasi 16 milioni di euro, di cui 7,7 milioni ad attività produttive e 8,3 milioni a privati. Sono però poi stati circa 3 i milioni di euro dichiarati erogati in maniera difforme dalle regole commissariali, di cui sono stati finora recuperati 1.496.000 euro, quindi circa il 50%. Ad oggi, in definitiva, sono ancora 218 privati e 106 attività produttive che devono restituire gli acconti, rispettivamente per complessivi 674 mila e 664 mila euro (1.338.000 euro in totale).
“La vicenda, dolorosa, – ha commentato l’assessore alla progettazione e sostenibilità urbana del Comune di Vicenza, Antonio Dalla Pozza, nel presentare stamane l’iniziativa assieme a dirigenti di Veneto Banca - è iniziata con l’alluvione 2010 e si sta ancora trascinando, purtroppo anche dal punto di vista burocratico. La richiesta di restituzione di parte degli acconti ha infatti amareggiato i beneficiari, in quanto quegli acconti sono risultati poi non conformi alle regole stabilite dalle varie ordinanze commissariali. Sul finire dello scorso anno si era trovata una parziale soluzione attraverso un intervento legislativo di cui si era fatto carico in particolare il deputato vicentino Federico Ginato: un emendamento introdotto in legge finanziaria volto a prolungare la rateizzazione dei rimborsi di ulteriori due anni e quindi con scadenza 31 dicembre 2015. È stato certamente un aiuto, ma parziale, e ritenuto non sufficiente dagli interessati, che in più occasioni ho incontrato in lacrime. Anzi, nonostante le nostre pressioni, la Regione non ha mai consentito che per rimborsi sotto i 3 mila euro il cittadino potesse svincolarsi dall’obbligo di una garanzia fideiussoria, che ha a sua volta dei costi”.
“A fronte di questa situazione – ha concluso Dalla Pozza -, auspicavamo che dal territorio potesse muoversi qualcosa e infatti, grazie alla sensibilità del consigliere comunale Tommaso Ruggeri, che dal dicembre 2010 a inizio 2013 ha seguito peraltro in prima persona, da assessore, tutta la vicenda dell’alluvione, una realtà importante del territorio come Veneto Banca si è fatta avanti prima fra tutti gli istituti di credito, che auspico possano seguirne l’esempio, nel proporre un aiuto per chi oggi si trova ancora nella condizione di dover restituire somme alla Regione. In considerazione poi che dallo scorso 20 marzo è proprio la Regione ad occuparsi direttamente delle procedure di riscossione degli importi, con possibilità di recupero coattivo, la proposta di Veneto Banca è stata accolta con favore dall’amministrazione comunale, perchè mette il cittadino nelle condizioni di adempiere all’obbligo di restituzione delle somme, senza incorrere nei pesanti guai che porta con sé una pratica di riscossione coattiva”.
“Dopo il rilevante intervento su ponte Pusterla – ha dichiarato Ruggero Gobetti, di Veneto banca – con il finanziamento di 700 mila euro del costo di restauro in seguito ai danni riportati dall’alluvione 2010 , per noi anche questa è un’opportunità per dare una mano in modo concreto al territorio, come è nella nostra logica. In particolare mettiamo a disposizione due linee di credito molto semplici, una per i privati e una per le imprese in difficoltà. Abbiamo istituito un plafond di 2 milioni di euro esclusivamente riservati al comune di Vicenza, in occasione peraltro dell’apertura, la settimana prossima, di una nuova filiale in piazza dei Signori. Basta comunque che gli interessati si rechino in una qualsiasi delle nostre filiali”.
“Nel formulare questa proposta – ha infine spiegato Antonella Sut, anche lei di Veneto Banca – abbiamo posto attenzione ai costi e allo spread sul finanziamento, affinché incidano il meno possibile. Così, per i privati, non c’è alcun costo di istruttoria e lo spread sarà di un punto, mentre le aziende pagheranno 50 euro di istruttoria con spread di due punti. L’importo massimo finanziabile, poi, è di 150 mila euro per le imprese e 30 mila euro per i privati, con durata minima 19 mesi e massima 60, e possibilità di preammortamento di 12 mesi per i privati e 24 mesi per le aziende”.
domenica 9 febbraio 2014
Risarcimento danni a causa dell’alluvione del 2010 in Veneto. liquidato con Euro 38 e 10 cent.
ssimiliano Binotto e Claudio Tandin hanno condiviso la foto diAristos Carpetti.
- Massimiliano Binotto ha condiviso la foto di Aristos Carpetti.Dedicato ai veneti che ancora sventolano il tricolore e si fanno prender pèr il culo tutti i giorni dalla mattina alla sera da uno stato italiano indecente, irriformabile ed indegno di promulgare qualsiasi legge. Queste cose sono un'istigazione alla violenza! L'Italia è un paese di merda, prima ci toglieremo da essa prima riusciremo a ridare un futuro ai nostri figli. E non venitemi a dire che l'indipendenza è un'utopia, l'utopia è voler riformare lo stato italiano!FATELO SAPERE A TUTTI, CONDIVIDETE IL PIU' POSSIBILE
Bruno Gerolimetto, 81 anni. Con tanto di fatture allegate, aveva chiesto 10mila euro di risarcimento danni a causa dell’alluvione del 2010 in Veneto. In mano si è trovato un assegno di 38 euro e 10 centesimi.
«Guarda che ti sono stati assegnati 42,20 euro - questa la telefonata ricevuta qualche giorno fa -. Se vuoi vieni a prenderli. Altrimenti ti arriva l'assegno a casa». Quell’assegno gli è arrivato a stretto giro di posta con un’altra sorpresa: gli euro erano scesi a 38,10. Il motivo? C’erano le spese bancarie da detrarre.
lunedì 3 febbraio 2014
DICHIARATO LO STATO DI CALAMITA' IN TUTTO IL VENETO - ALLUVIONE 3-4 FEBBRAIO 2014 -
VIDEO CON ALIANTE
VIDEO CON ALIANTE
Isoel Sparse veronese
http://www.youtube.com/w
atch?v=xq4ODjOlgZkREPERTORIO MENAGO SPARE'
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VIDREPERTORIO MENAGO SPARE'
VIDEO CON ALIANTE CON ALIANTE
Strade allagate, vigili urbani e uomini della Protezione civile all'opera, ieri mattina, nel territorio di cinque dei nove Comuni serviti dal distretto di polizia locale «Media pianura veronese»: Isola Rizza, San Pietro di Morubio, Angiari, Bovolone e Salizzole.
Le abbondanti piogge del week-end hanno costretto gli agenti a transennare alcune arterie invase dalle acque nel comune di Isola Rizza. In particolare è stata chiusa la parte finale di via Corte Casalino, fino all'incrocio con via Casotti, a causa dell'esondazione dello scolo Bracca. La vicina via Casari è stata vietata al transito a causa del livello troppo alto dell'acqua nei fossati, che in più punti ha superato gli argini sommergendo la carreggiata. Allagamenti parziali, con rallentamenti del traffico, sono stati registrati in via Conche, in via Broggio e nella zona del cimitero.
«Per fortuna la situazione è migliore rispetto ad altre volte», evidenzia il sindaco Elisa De Berti, «e la Protezione civile locale sta monitorando l'evolversi del problema». Sempre la pioggia ha costretto la polizia locale a interdire totalmente o parzialmente al traffico, a San Pietro di Morubio: via Onni, via Muri, il collegamento tra Borgo ed Isola Rizza, e alcuni punti della Circonvallazione sud. Ad Angiari le acque hanno invaso un tratto di via Ramedello.
A Bovolone gli allagamenti sono avvenuti in strade periferiche, come via Fabbriche e via Dossi.
Nel vicino comune di Salizzole, invece, la Protezione civile su richiesta del sindaco Mirko Corrà, ha azionato una pompa idrovora per abbassare il livello di uno scolo in periferia, riversando l'acqua in eccesso nel fiume Tregnon. «Una misura precauzionale», puntualizza il primo cittadino, «decisa per scongiurare il rischio di allagamenti nella frazione Bionde, visto che il paese si trova praticamente in una buca».
Disagi, inoltre, sono stati segnalati dalle famiglie di via Valdiscalaro, a tre chilometri e mezzo dal centro. «Da quattro anni», osserva un residente, «ad ogni precipitazione più abbondante del solito la strada sparisce sott'acqua e chi la deve percorrere in auto deve fidarsi dell'istinto.Abbiamo segnalato più volte ai vigili urbani ed al Comune la situazione di pericolo, dovuta alla mancata pulizia dei fossati, ma finora non abbiamo ottenuto alcun risultato». «Abbiamo sollecitato più volte i proprietari degli scoli di via Valdiscalaro a provvedere allo scavo dei corsi di loro pertinenza», assicura il sindaco Corrà, «poiché ad ogni esondazione viene compromesso anche il manto stradale. Basterebbe che i privati ci mettessero la buona volontà: un accordo tra i titolari dei campi consentirebbe la tombinatura degli scoli».
Infine il primo cittadino osserva: «A volte sono proprio le questioni sollevate dai proprietari a vanificare gli sforzi delle amministrazioni. Da tre anni abbiamo a disposizione dalla Regione 640mila euro per la realizzazione di due bacini di raccolta della acque, per evitare che il capoluogo e Bionde si allaghino. Tuttavia, un ricorso presentato nei confronti del Consorzio di Bonifica da uno dei proprietari delle aree su cui dovranno sorgere i serbatoi impedisce l'avvio dei cantieri».
Le abbondanti piogge del week-end hanno costretto gli agenti a transennare alcune arterie invase dalle acque nel comune di Isola Rizza. In particolare è stata chiusa la parte finale di via Corte Casalino, fino all'incrocio con via Casotti, a causa dell'esondazione dello scolo Bracca. La vicina via Casari è stata vietata al transito a causa del livello troppo alto dell'acqua nei fossati, che in più punti ha superato gli argini sommergendo la carreggiata. Allagamenti parziali, con rallentamenti del traffico, sono stati registrati in via Conche, in via Broggio e nella zona del cimitero.
«Per fortuna la situazione è migliore rispetto ad altre volte», evidenzia il sindaco Elisa De Berti, «e la Protezione civile locale sta monitorando l'evolversi del problema». Sempre la pioggia ha costretto la polizia locale a interdire totalmente o parzialmente al traffico, a San Pietro di Morubio: via Onni, via Muri, il collegamento tra Borgo ed Isola Rizza, e alcuni punti della Circonvallazione sud. Ad Angiari le acque hanno invaso un tratto di via Ramedello.
A Bovolone gli allagamenti sono avvenuti in strade periferiche, come via Fabbriche e via Dossi.
Nel vicino comune di Salizzole, invece, la Protezione civile su richiesta del sindaco Mirko Corrà, ha azionato una pompa idrovora per abbassare il livello di uno scolo in periferia, riversando l'acqua in eccesso nel fiume Tregnon. «Una misura precauzionale», puntualizza il primo cittadino, «decisa per scongiurare il rischio di allagamenti nella frazione Bionde, visto che il paese si trova praticamente in una buca».
Disagi, inoltre, sono stati segnalati dalle famiglie di via Valdiscalaro, a tre chilometri e mezzo dal centro. «Da quattro anni», osserva un residente, «ad ogni precipitazione più abbondante del solito la strada sparisce sott'acqua e chi la deve percorrere in auto deve fidarsi dell'istinto.Abbiamo segnalato più volte ai vigili urbani ed al Comune la situazione di pericolo, dovuta alla mancata pulizia dei fossati, ma finora non abbiamo ottenuto alcun risultato». «Abbiamo sollecitato più volte i proprietari degli scoli di via Valdiscalaro a provvedere allo scavo dei corsi di loro pertinenza», assicura il sindaco Corrà, «poiché ad ogni esondazione viene compromesso anche il manto stradale. Basterebbe che i privati ci mettessero la buona volontà: un accordo tra i titolari dei campi consentirebbe la tombinatura degli scoli».
Infine il primo cittadino osserva: «A volte sono proprio le questioni sollevate dai proprietari a vanificare gli sforzi delle amministrazioni. Da tre anni abbiamo a disposizione dalla Regione 640mila euro per la realizzazione di due bacini di raccolta della acque, per evitare che il capoluogo e Bionde si allaghino. Tuttavia, un ricorso presentato nei confronti del Consorzio di Bonifica da uno dei proprietari delle aree su cui dovranno sorgere i serbatoi impedisce l'avvio dei cantieri».
Fabio Tomelleri
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Verona, Tramigna, Alpone e Chiampo, ancora strade, cantine e campi allagati: incubo alluvione
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Legnago e San Bonifacio sott’acqua. E così anche il territorio Colognese, che sta a circa metà strada, non se la passa bene. Giorni e giorni di pioggia ininterrotta ha messo in allerta tutto il territorio della pianura veronese. Idrovore sono in funzione nei punti critici da Legnago a Villafranca. Sono posizionate dal Consorzio di bonifica i cui tecnici, nonostante cerchino di calmare i toni allarmistici, non possono fare a meno di preoccuparsi. Per ora solo i campi sono finiti allagati, la terra è talmente zuppa di acqua che ormai non drena più. Qualche garage ha riportato una ventina di centimetri di acqua e alcune strade secondarie sono state vietate al transito. Ma a riunire tutte le preghiere dei cittadini è il fiume Fratta, al limite di sopportazione.
La Regione ha ordinato lo stop delle pompe nei canali che riversavano acqua nel corso d’acqua principale. Il Fratta - Gorzone non è più in grado di poterla ricevere, sia nel tratto veronese che in quello padovano. D’altronde il Consorzio di bonifica veronese ha già annunciato che la pioggia incessante sta facendo pericolosamente avvicinare i livelli a quelli disastrosi del 2010. Dalla Bassa fino al Villafranchese e all’Est Veronese. Nell’area di Villafranca il fiume Tione dei Monti è esondato in zona Dossi e preoccupa non poco la quota raggiunta dal Tartaro. Nel triangolo Monteforte d’Alpone-Soave-San Bonifacio intanto non ci si rassegna. Si continua a lavorare, a posizionare sacchi di sabbia, a mettere in salvo gli argini, ad azionare le idrovore. La zona ad est della provincia, che da anni è prostrata da allagamenti e disagi, sta vivendo ancora momenti di tensione. Il terrore di acqua e fango ha tre nomi: Alpone, Tramigna, Chiampo.
SAN BONIFACIO - A San Bonifacio la piena del fiume Chiampo è stata scongiurata ma per ore sono proseguiti ugualmente i monitoraggi. L’area del ponte della Motta, ormai un acclarato punto critico, sembra reggere ancora. Il fiume Alpone è rimasto sui quattro metri e mezzo, un metro e mezzo sotto l’argine. In municipio intanto si è svolta la riunione organizzata dal commissario prefettizio, Igino Olita, con gli esperti della Protezione civile e le Forze dell’ordine. La situazione sarebbe sotto controllo. Disposta comunque, per precauzione, la distribuzione di sacchi di sabbia ai cittadini. I sanbonifacesi si potranno rivolgere al Comune che ha aperto il magazzino di via Tombole. Almeno una cinquantina sono già stati distribuiti lunedì mattina ai residenti delle strade periferiche, dove preoccupa il livello degli scoli e dei fossati. Sotto costante osservazione ci sono infatti le zone di Locara, Palù, Albaron, Masetti. Ad Albaron, come spiega l’Arena, è stato salvato grazie alle motopompe un allevamento di polli.
SOAVE - La zona più critica a Soave rimane San Matteo, che ha subito allagamenti dei campi sportivi. Alcune cantine e seminterrati sono stati riempiti di acqua ma l’allarme, dapprima “rosso” è rientrato. Via San Matteo è stata comunque chiusa al traffico da Castelletto alla Regionale 11, fino alle 16. Non si sono registrati grossi danni, il che è già una buona cosa. In più i livelli di Tramigna e Alpone sarebbero “tranquilli”. In particolare il Tramigna, che aveva fatto passare giornate terribili ai cittadini, non desta più di tanta preoccupazione, essendosi fermato ben al di sotto dei muretti di contenimento. La paura di domenica notte è passata. Il Genio civile aveva deciso di chiudere per due ore la paratia del Tramigna nell’Alpone, in località Villanova. Così facendo, però, il livello del torrente che attraversa il centro storico si è alzato tenendo col fiato sospeso tutti i residenti. Alle prime ore del lunedì, tuttavia, l’Alpone è calato e di conseguenza anche la barriera è stata riaperta, riportando tutto alla normalità. Piccole emergenze, oltre a via San Matteo, anche per il sottopasso della circonvallazione, fino all’autostrada. Anche a Soave, ovviamente, l’intera squadra delle emergenze è al completo: carabinieri, Protezione civile, Genio civile, polizia municipale, dipendenti comunali e residenti volontari. Tutti stanno collaborando per monitorare la situazione.
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