il giornale di Vicenza
Alluvione a Vicenza, dopo 3 anni
maxi bacini ancora sulla carta
L'ANNIVERSARIO. In città non ci saranno commemorazioni pubbliche
VICENZA. Al riparo, ma non al sicuro. Millenovantasei giorni dopo lo tsunami di Ognissanti, Vicenza e il Veneto sono ancora sospesi nel limbo di un incubo chiamato alluvione. Dalla pedemotana alla laguna finora sono stati versati quasi 400 milioni di euro per aggiustare i cocci del 2010 e potenziare i sistemi di difesa idraulica. E tuttavia mancano ancora quelle valvole in grado di dare sfogo ai fiumi prima che sia troppo tardi: gli invasi di Caldogno e viale Diaz sono più vicini, ma ancora sulla carta.
GLI ALLUVIONATI. I numeri aiutano a non dimenticare: l'acqua alta sulla terra ferma allagò 150 chilometri quadrati, causò tre vittime, procurò danni a strade, ponti, case e imprese in 130 Comuni, per un'area abitata da mezzo milione di veneti. Il terzo anniversario della disastrosa onda anomala fermentata nella pancia del Bacchiglione sarà soprattutto una questione privata: anche quest'anno non ci saranno commemorazioni pubbliche. E non sono pochi quelli che masticano amaro dopo aver ricevuto la lettera che li invita a restituire rimborsi almeno in parte non dovuti: più di 600 vicentini per oltre due milioni di euro da rendere alla Regione. E poi ci sono le ruspe: il copyright dell'aforisma «Veneto riparato, non ancora al sicuro» appartiene al governatore Luca Zaia, che fa il punto di quanto fatto e di quanto resta da fare.
I CANTIERI. Finora sono stati investiti 392 milioni di euro attivando 925 cantieri. Il Vicentino è la provincia che da sola ha drenato poco meno della metà dei finanziamenti, con 135 milioni: nel capoluogo sono stati avviati e in larga misura completati cantieri per oltre 26 milioni di euro. Gli addetti ai lavori ritengono che oggi il centro storico di Vicenza possa difendersi da piene fino alla quota di 6,10 metri misurati a ponte degli Angeli. La sicurezza, però, passa per un gigantesco programma di ulteriori opere calcolato in oltre due miliardi di euro...
Tutti i particolari nel Giornale in edicola.
GLI ALLUVIONATI. I numeri aiutano a non dimenticare: l'acqua alta sulla terra ferma allagò 150 chilometri quadrati, causò tre vittime, procurò danni a strade, ponti, case e imprese in 130 Comuni, per un'area abitata da mezzo milione di veneti. Il terzo anniversario della disastrosa onda anomala fermentata nella pancia del Bacchiglione sarà soprattutto una questione privata: anche quest'anno non ci saranno commemorazioni pubbliche. E non sono pochi quelli che masticano amaro dopo aver ricevuto la lettera che li invita a restituire rimborsi almeno in parte non dovuti: più di 600 vicentini per oltre due milioni di euro da rendere alla Regione. E poi ci sono le ruspe: il copyright dell'aforisma «Veneto riparato, non ancora al sicuro» appartiene al governatore Luca Zaia, che fa il punto di quanto fatto e di quanto resta da fare.
I CANTIERI. Finora sono stati investiti 392 milioni di euro attivando 925 cantieri. Il Vicentino è la provincia che da sola ha drenato poco meno della metà dei finanziamenti, con 135 milioni: nel capoluogo sono stati avviati e in larga misura completati cantieri per oltre 26 milioni di euro. Gli addetti ai lavori ritengono che oggi il centro storico di Vicenza possa difendersi da piene fino alla quota di 6,10 metri misurati a ponte degli Angeli. La sicurezza, però, passa per un gigantesco programma di ulteriori opere calcolato in oltre due miliardi di euro...
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Gian Marco Mancassola
1 rr1veneto 01/11/2013 20:11 868 commenti
Si si arrichiamo i soliti "ignoti" e continuiamo a cementificare e poi un altro bacino e giu cemento e poi serve un altro bacino e cosi via